so:text
|
L'interpretazione che questo «principe riformatore» propone del potere supremo non può non sorprendere per l'intreccio, tormentato ma talora riuscito, di continuità e di innovazione. «Papa del dubbio», egli lo è meno per l'impotenza decisionale che per l'acuta consapevolezza, che lo caratterizza, della complessità dei nuovi problemi che fronteggiano la chiesa. L'Infallibile rivela, nelle sue viscere, una sana ambiguità e si fa apprezzare perché sa accettarla irriducibile, quasi a suggerire il modello d'un magistero che si impegna nel cammino della sua incoerenza effettiva, senza l'angoscia unificatrice e astratta d'un tempo. In questo, la sua esitazione psicologica appare piuttosto il riflesso d'una problematicità coerente con la cultura moderna. Essa reagisce in lui mettendo in tensione fino all'angoscia il suo essere prete e il suo essere uomo del tempo, il dogma e la ricerca del nuovo, il suo essere Pietro e il suo essere Paolo. (it) |