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In un album di fotografie raccolte da un mio bisnonno, su due pagine vicine, avevo sempre veduto due fotografie: l'una, dell'Alinari di Firenze, di un prelato dall'aria severa, un po' testarda e paesana: e dietro ad essa era scritto il nome di Liverani. L'altra, di un fotografo di Parigi, mostrava un prelato di tutt'altra tempra: un'aria mondana e un sorriso tra ironico e compiaciuto ne affinavano i tratti aguzzi e, sia detto con rispetto, volpini. Dietro a questa fotografia il bisnonno aveva scritto questa epigrafe: «De Merode. Non trovando credito per le tue scelleraggini nel secolo, la tua vergogna con la tonaca del prete, che più infame ti fece». Bisogna riconoscere che i liberali di allora non usavano mezzi termini, e che, a essere giusti, si meritavano quelle scomuniche che allora erano dirette a loro, e che poi hanno mutato indirizzo (it) |