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Il libro è un coltello, è un corpo, è un mare. Perché un coltello? In un epoca che rischia di considerare il libro come un oggetto in via d'estinzione, come un'ombra del passato, non dovremmo mai dimenticare che la lettura di un libro può avere la natura dell'incontro. Sicché ogni libro che si è rivelato tale ha avuto l'aspetto di un coltello. Un libro è un coltello perché taglia la nostra vita offrendole la possibilità di acquisire una forma nuova, perché distingue la nostra vita come era prima della lettura da come è diventata dopo. Al punto che si potrebbe dire che una vita è sempre formata dai suoi libri. Il libro è un coltello che taglia la nostra vita e non il burro nel quale la lama della lettura sprofonderebbe senza incontrare resistenze. Nella lettura il padrone del libro non è il lettore. Il libro è il coltello e noi, lettore, casomai, siamo il burro. Leggere significa, infatti, incontrare nel libro qualcosa che taglia non qualcosa da tagliare. Massimo Recalcati, A libro aperto, Una vita e i suoi libri, pagina 15/16 Feltrinelli. (it) |