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Ecco il ritratto che le fece il suo vecchio allenatore, nel 2004: "Grasso, da giovane, giocava a calcio nella mia squadra, Bacigalupo, ed era famoso perché a fine partita usciva sempre pulito dal campo: anche quando c'era il fango, riusciva sempre a non schizzarsi". Era Marcello Dell'Utri. Messaggio chiarissimo: mentre i suoi colleghi prendevano palate di fango, lei usciva sempre immacolato. Anche Dell'Utri la giudica furbo, per questo gli piace. Negli ultimi giorni l'ha elogiata tre o quattro volte: "Grasso è equilibrato, è un uomo di Stato, lui sa chi sono io... Grasso è una brava persona, sono contento per la sua elezione a presidente del Senato... Grasso non è un pm fanatico come Ingroia...". Un'altra bugia riguarda le tre leggi del governo Berlusconi che nel 2005 hanno eliminato il suo unico concorrente Caselli dalla Procura nazionale antimafia, lasciando lei tutto solo a vincere per mancanza di avversari. Lei si offende perché ho detto che quelle leggi lei le ha ottenute, e risponde che non le ha chieste. Ma, per ottenere, non serve chiedere: basta meritare. S'è mai domandato cos'ha fatto per meritare tre leggi che eliminavano il suo unico rivale? E cos'ha fatto Caselli per essere eliminato? Berlusconi doveva avere degli ottimi motivi per preferire lei a Caselli, altrimenti non avrebbe fatto tre norme contro Caselli e pro Grasso. Lei dice che le leggi non ebbero effetto perché il Csm poteva fare di corsa un plenum straordinario e decidere prima che le leggi passassero. Ma non si poteva: intanto c'erano solo otto giorni, e poi i 13 consiglieri, tra cui i 5 di destra, chiesero al vicepresidente Rognoni quel plenum straordinario e non ebbero neppure risposta: perché la proposta era irricevibile. Se lei non voleva vincere quel concorso truccato, poteva ritirarsi, per sportività e per rispetto dell'art. 105 Costituzione, che affida al Csm e non al governo le nomine dei magistrati: rifiutare la nomina in attesa che la Consulta dichiarasse incostituzionale l'ultima legge truffa e rifare il concorso regolare. Anche perché l'esclusione di Caselli gli ha impedito di ricorrere al Tar contro la nomina di Grasso: ricorso che poteva vincere, avendo più titoli e più anzianità di lei. Invece lei ha approfittato di quelle leggi e poi ha detto che non le aveva chieste. Un po' come la casa di Scajola, pagata a sua insaputa. Ma questa, appunto, è roba da furbi. Come non vistare un appello e poi inventarsi una scusa dopo. Come se una sera le consegnassero tre pizze, lei le mangiasse e poi dicesse: buone, chissà chi le ha ordinate e pagate. E lei sapeva benissimo chi aveva ordinato le tre leggi: Berlusconi. E ora le pare strano, infamante, minaccioso, mafioso, che un giornalista faccia stecca nel coro degli osanna e le ponga una domanda semplice semplice, mentre si parla di lei per un governissimo Pd-Pdl o addirittura per il Quirinale: per quale motivo, negli ultimi 20 anni, lei è l'unico pm antimafia elogiato da Dell'Utri e applaudito e premiato da Berlusconi? (it) |