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Gli sceneggiatori e i registi italiani hanno sempre indicato la musica in sceneggiatura, quasi sempre brani di musica classica o popolare; tra i film che ho fatto penso a quelli di Moretti che infilava sempre due o tre canzoni che rappresentavano le sue passioni: il Gino Paoli degli anni Sessanta, Franco Battiato, Renato Zero fino a Brian Eno. Sono operazioni alle quali il regista tiene e che per lui non sono sostituibili, ed io lo capisco anche perchè certe volte si tratta di un’oggettivizzazione di un momento, di una scena che diventerebbe più intima con la musica di commento originale, e che diventa tutt'altro con una musica già conosciuta o molto popolare. E questa è la bellezza della musica applicata: che cambia costantemente le carte in tavola. (it) |