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Andrea Vaccaro non sceglie i suoi tipi di donna tra le lavandaie e le fantesche. Egli le sceglie tra le distinte e nobili figure. Le sue donne non peccano di soverchia pinguedine come le donne di Guido Reni e di Rubens. Esse non sono mai tozze, sono alte, anziché no, spigliate e grandiose: sono napolitane nelle carni, vivaci un po' brune e cariche di colore, e le mani che Massimo e la sua scuola dipinge con le dita diritte e tornite, ei dipinge polpute, non piccole, e vitalizzate dallo scorrer del sangue, tanto che lo si vede, sotto l'epidermide. (it) |