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Nel '24 ha felicemente scoperto un collega di laggiù che l'Uruguay era entrato in geografia. Non aveva tre milioni di abitanti e giocava calcolando ogni mossa con la virtù sparagnina di chi sa di non poter sprecare mai . Poi, curiosamente, gli uruguagi si sono eretti a colonizzatori nei nostri confronti. Grandi campioni cresciuti fra loro figurano nella storia del nostro calcio in virtù del duplice passaporto. Il massimo della tecnica e della bravura è stato espresso in questo dopoguerra dal fervore un po' nevrotico di Schiaffino. Se dunque ci vogliamo porre con un minimo di obiettività di fronte alla storia, dobbiamo riconoscere che l'Uruguay, padre del fùtbol , ci è stato sovente maestro. Poi, come è legge nell'evolversi dei popoli, è toccato all'Italia di conseguire traguardi superiori a quelli del piccolo e lontano Paese rioplatense. La Svizzera sudamericana è decaduta a povera contrada, ancora civile ma inquieta per troppe e inconsuete lacune di indole economica: e gli uruguagi di buon calibro pedatorio sono andati numerosi per il mondo a cercare fortuna. (it) |