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già con Hölderlin in Germania e col Leopardi in Italia s'instaura in luogo della tradizionale mitologia pagana una sorta di nuova singolarissima mitologia fondata sullo strumento stesso della poesia: sul linguaggio. La carica straordinaria di certe parole collocate opportunamente, un intimo ritmo che governa il moto della frase, la cadenza di una musica segreta, giungono a destare fantasmi remoti come sorti dal cuore, circonfusi di stupore quasi apparizioni invocate di figure leggendarie. Da allora ogni oggetto del ricordo o della speranza si fa "mito", anzi per taluni la parola stessa, per un ritorno involontario alla radice del vocabolo, ché "mito" vale in greco appunto "discorso", "parola. (it) |