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Martucci non era fatto per tirarsi dietro le folle plaudenti al virtuosismo vuoto, alle esecuzioni trascendentali: egli sentiva troppo altamente dell'arte e di sé stesso per concedere alcunché al virtuosismo anche palliato. Rendeva con geniale ed aggraziata forbitezza i piccoli quadri musicali; vivificava le pagine consacrate dalla classicità e di più complessa significazione con mirabile senso del disegno e del colore, con opportuna alternativa di sonorità, prono a quello che un maturo esame gli aveva indicato essere il sentimento dell'autore, al quale l'interprete non deve cercar mai di sostituire qualche cosa di proprio e di personale. (it) |