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Moretto, condiscepolo del Romanino, più s'avvicina ad essere grande artista fra i coetanei dell'Italia Settentrionale, eccettuando Venezia; dove pure egli non avrebbe ceduto a uomini come Paris Bordone e Bonifazio. È vero che non ha lasciato immagini del fastoso e giojoso sogno rinascimentale, quali essi lasciarono nel «Doge e il Pescatore» e nel «Banchetto dell'Epulone». Il suo colore non è talmente lieto; e ai suoi brutti momenti egli cade più in basso di Paris e Bonifazio; ma ha più poesia, più forza nel disegno, e così è miglior compositore. Grazie a tali doni, quando ci dà quanto sa dare, le sue figure sono convincenti, le membra hanno peso e i torsi sostanza; o potremo sempre molto perdonargli, per la trepida, lirica gravità del colorito, tutto macchiato di luci e ombre. Oltre a questo, egli ha inconsuete virtù d'espressione, e un vivo senso dei significati spirituali. (it) |