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Appunto una bella poesia del d'Annunzio – di quelle che si capiscono e che penetrano – addita e magnifica l'antico illustre chiostroove davvero s'esprime la fisionomia tenera e graziosa di certe cose napoletane le quali, per anni molti che scorsi, son pur vive e fresche e conservano tutto quanto quel sentimento che quasi le animò in principio. Il barocco secentesco della chiesa è certamente la cornice più degna alle tele sontuose che gli artisti del diciottesimo secolo vollero porre là dentro: il piccolo cimitero del Fansaga è quanto di più delicato ed elegante sia stato architettato per assegnare a coloro che lasciavano il mondo – e da una pace forse troppo spesso interrotta passavano a quella indisturbata ed eterna della morte – una zolla perennemente coperta di fiori. Ed ecco lì sulla balaustra, tra que' teschi marmorei che davvero paiono umani, uno d'essi ricinto di lauro. O bianca fronte, coronata dal serto de' poeti! Tu forse, se quella sei stata d'un de' frati a' quali parve una gloria circondarsi dell'arte, tu forse ancor chiudi le immagini d'una luminosa canzone, che l'ala fredda della Morte interruppe... (it) |