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Il Re deposto nel 1910 visse nel suo esilio di Londra una vita che direi, più che di Principe, di grande Portoghese. Soffrì, studiò, osservò molto. Vinse sè stesso e le possibili suggestioni di un dolore immeritato, portando agli estremi il suo amore del Portogallo; si istruì e fu accolto per meriti propri nell'alto mondo dell'intelligenza; accumolò nel suo spirito osservazioni ed insegnamenti tratti dalle cose e dai fatti, dai fatti che la sua posizione gli permetteva di vedere e son, molto volte, diversi da quelli che vediamo; noi praticò in sommo grado, e serviva a tutti d'esempio, le virtù domestiche e sociali. Ed ecco che, quand'ebbe finito di formarsi questo modello d'uomo, di Principe e di Portoghese, nel giungere al pieno vigore dell'età, dell'intelligenza, della coltura e delle energie morali, quando finalmente poteva considerarsi preparato ad esser Re, la morto lo porta via, senza discendenti nè successore. (it) |