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Lizzani era una gioia, e grazie a lui ho incarnato una Claretta Petacci memorabile. Eravamo amici, così come ero molto legata anche a Salvatore: un uomo assai sveglio e intelligente, per merito del quale sono stata considerata "la borghese decadente ma piacente" della cinematografia nostrana. In quasi tutte le pellicole che ho girato ero infatti la signora apparentemente perbene che poi invece aveva una seconda vita alquanto licenziosa: ciò andava molto bene ai registi di sinistra perché potevano fare di me una vittima apparente, sfruttando al contempo tale mia sensualità aristocratica che attirava il grosso pubblico. (it) |