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Sono nato in un paese dove l'idea della libertà, il concetto di diritto, la consuetudine di umanità e gentilezza erano cose tenute in freddo dispregio e brutalmente proscritte. Di tanto in tanto, nel corso della storia, accadeva che un governo ipocrita dipingesse le pareti della nostra immensa prigione di bei colori e proclamasse la garanzia dei diritti, familiari in altre nazioni più felici della nostra; ma, o questi diritti venivano goduti esclusivamente dai carcerieri, o altrimenti contenevano qualche vizio occulto che li rendeva più amari delle grida della dichiarata tirannia... ogni uomo era uno schiavo o un sopraffattore; dato che l'anima e qualsiasi cosa con essa collegata non erano ammesse nell'uomo, le pene corporali erano considerate le sole atte a governare e guidare l'umana natura... Di tanto in tanto accadeva una cosa chiamata rivoluzione, che trasformava gli schiavi in sopraffattori e viceversa... Una fosca contrada, un luogo d'inferno, signori miei, e se vi è cosa di cui son certo è che per nulla al mondo cambierei la libertà del mio esilio per la bassa parodìa di patria... (it) |