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Sono nata a Palermo e ho vissuto con la mia famiglia ad Agrigento fino al 1958. Non sono andata a scuola fino alle medie, sono stata educata privatamente a casa. Al contrario di mia sorella Chiara, non avevo amici. Ho avuto un’infanzia solitaria ma non infelice. C’era l’affetto della mamma, quello del papà a intermittenza e poi c’erano i cugini. Direi che è stata un’infanzia “feudale”. Frequentavamo la nobiltà palermitana e la buona società girgentana. Avevamo una bambinaia ungherese, c’era la servitù, i contadini, era una vita scandita da ritmi precisi: l’inverno ad Agrigento e poi le lunghe estati a “Mosè”, la campagna poco distante acquistata nei primi dell’Ottocento dal mio bisnonno per costruirvi una casa di villeggiatura accanto all' originaria fattoria. È una casa che ha resistito alle guerre ed a pochi passi dai templi dorici di Akragas. Ci trasferivamo lì, con tutta la servitù, da giugno a ottobre. (it) |