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Fra i miei difetti non vi è la slealtà e la viltà. Non tradisco gli impegni che assumo, i principi che difendo o coloro che lottano al mio fianco. Nella lotta contro la dittatura ha ricevuto nel mio coppo le ferite della tortura. Per anni ho assaporato l’amara sofferenza della prigione. Ho visto compagni e compagne violentati e assassinati. Allora ero molto giovane. Aspettavo molto dalla vita. Avevo paura della morte, delle conseguenze della tortura nel mio corpo e nella mia anima. Ma non ho ceduto. Ho resistito. Ho resistito alla tempesta di terrore che cominciava a inghiottirmi, nel buio dei tempi amari in cui il paese viveva. Ma non ho cambiato di lato. Ho lottato per una società in cui non vi fosse miseria o esclusione. Ho lottato per un Brasile sovrano, più uguale e in cui non ci fosse ingiustizia. Sono orgogliosa di ciò. Chi crede, lotta. (it) |