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Dopo il lungo labor nelle viscere del terreno dialettale, Pola ormai non può impunemente distaccarsene, e il felice reciproco stimolarsi di realtà e fantasia gli continua meglio in fioriture di lingua trentina. Così accade sia in «Davanti a mi» , sia nel recente «Na strada per encontrarse» , una gentile e partecipe serie di «cartoline» inviate ad amici poeti veneti, che si conclude con un atto di totale libertà, con un totale invito: «Liberi de pensar quel che volén – de lassar qualche segn che ne ricorda – o de finir en gnent – come 'n sofi de vent – che passa tra le fòie – dei àrboi – senza sbregarne una. (it) |