so:text
|
Ancora adesso, io non riesco a vedere questo romanzo in maniera oggettiva.
Ogni volta che lo rileggo mi viene una leggera confusione mentale. Sudo freddo.
Ogni volta che mi avvicino a qualche passaggio, mi viene voglia di scagliare fuori dalla finestra il computer in cui sono conservati tutti i capitoli. Leggendo altri punti, invece, mi scatta la voglia di andare a fare il monaco eremita su una sperduta montagna indiana.
Probabilmente tutto questo è dovuto al fatto che i temi affrontati nel libro sono ancora terribilmente attuali per me.
Non riesco a guardare con occhio distaccato frasi come «A quell'epoca eravamo giovani».
Perché per me è ancora un problema.
Comunque, ho provato a finirlo, scrivendo tutto quello che potevo.
Questo è quello che ne è venuto fuori.
E provo a rileggerlo, con la faccia rossa per la vergogna.
Quando sono di buon umore penso: «Fantastico! Sono un genio!», che quando sono depresso diventa: «Come ho fatto a scrivere una roba del genere? Faccio schifo! Voglio morire!» A parte tutto questo, però, credo di poter affermare davvero che ho scritto "tutto quello che potevo. (it) |