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Salvini è un ragazzone goffo che sbraita. Ieri con la telecamera fissa che non poteva usare a proprio uso, una claque ridotta ai suoi leghisti ancora parzialmente incantati, il suo eloquio che mischia aggressività a passivo-aggressività era non solo rivoltante come al solito e più del solito, ma terribilmente noioso, inceppato, affannato. L’epifania della mediocrità assoluta del personaggio che si è costruito ha gettato un fascio di luce enorme sulla viltà e la scarsezza oltre della classe politica per intero, anche dei contropoteri come quello dei giornalisti. (it) |