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Autoproclamantesi fedele al romanzo, il film trascura purtroppo le qualità domestiche del più aristocratico dei vampiri, che teneva in ordine senza servitori il suo tetro castello dei Carpazi. Trascura il superbo snobismo che induce Dracula a rivendicarsi discendente di Attila e a disprezzare gli Asburgo o i Romanov come «schiuma della Terra». Trascura i folti baffi bianchi che il romanzo attribuisce a Dracula, e che il cinema ha sempre ignorato: l'unico a rispettare i baffi bianchi è un film turco del 1963, Drakula Instanbulda, dove naturalmente il vampiro arretra di fronte al Corano mentre rimane indifferente al crocefisso. (it) |