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La divaricazione tra marxisti orientali e marxisti occidentali si configurava alfine quale contrapposizione tra marxisti che esercitavano il potere e marxisti che erano all'opposizione e che si concentravano sempre di più sulla «teoria critica», sulla «decostruzione», anzi sulla denuncia del potere e dei rapporti del potere in quanto tali. Prendeva così forma un «marxismo occidentale», che nella sua lontananza dal potere riteneva di individuare la condizione privilegiata o esclusiva per la riscoperta del marxismo «autentico», non più ridotto a ideologia di Stato.
il marxismo occidentale ha finito col rappresentare due figure che sono il bersaglio della critica di Hegel: nella misura in cui si appaga della critica e anzi nella critica trova la sua ragion d'essere, senza porsi il problema di formulare alternative percorribili e di costruire un blocco storico alternativo a quello dominante, esso è l'illustrazione della saccenteria del dover essere; allorché poi gode della lontanza dal potere come di una condizione della propria purezza, esso incarna l'anima bella. (it) |