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Sovente guardo la mia biblioteca come alla raffigurazione casalinga di un cimitero. La grande scaffalatura a parete è un superbo colombario senza un fine riconoscibile. I nomi degli autori impressi sui dorsi sono il paradigma immaginario delle epigrafi di un cinerario. I libri "morti" stanno lì per anni, non cercati, dimenticati. Dietro a ogni dorso, in polvere cartacea, persiste il riassunto delle esistenze. Silenziose. Beato l'uomo capace di risvegliare un testo. Che equivale a resuscitare un morto. (it) |