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Piccolo è certo il mio, tra i principi della Germania, | breve e stretto il suo stato, modesto il suo potere. | Ma se ognuno le forze all'interno e all'esterno così prodigasse, | allora esser tedesco tra tedeschi sarebbe una festa. | | Mi ha lodato, l'Europa, ma che cosa mi ha dato? | Nulla! E le mie poesie le ho pagate, e salate. | La Germania mi imitò, la Francia si compiacque di leggermi! | E tu, Inghilterra, da amica accogliesti lo sconvolto straniero. | Ma pure, a che cosa mi serve se persino il cinese | Werther e Lotte su vetro dipinge con trepida mano? | Non vi fu imperatore che chiedesse di me, non un re | che di me si curasse. Egli per me fu Mecenate e Augusto. (it) |