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Si resta a Napoli perché i napoletani nella collettivizzazione universale, conservano un loro preciso comportamento; perché non provano il rigetto del loro prossimo. Lo accettano, ne sopportano e comprendono i difetti. È per questo motivo che la notte napoletana è ancora tra le più fulgide notti del mondo. Alle tre del mattino si può invitare un amico a gustare un piatto di spaghetti con pomodori, triglie in cartoccio e babà flambé. In molti luoghi d'Europa si vocifera di libertà sessuale: ma soltanto a Napoli, da illo tempore, una creatura di qualsiasi sesso può coltivare i propri sfizi. Il vizio della libertà sessuale a una certa ora della notte si respira nell'aria. Certo, rimane una città difficile. È per palati dal gusto forte. Possono capitare tante cose, tante avventure, tanti guai, tante invenzioni del vivere e tanti delitti. La ragione è semplice. Non c'è mai stata una borghesia a dettare le leggi dell'ipocrisia. La città è rimasta sostanzialmente plebea, incline al «dialettale», al versante greco, quello liberatorio degli istinti, più che mai socratica e legata al superiore ordine divino che a quello storico e politico: potere e violenza. Una città con ancora le carni e le piaghe esposte, dolenti e alla ricerca di una giustizia più vicina al diavolo che a Dio. (it) |