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Durante la campagna del '59 era stata il riposo del guerriero più famoso e importante: Napoleone III. E secondo le malelingue era passata subito dopo in eredità a Vittorio Emanuele, che però era il meno adatto ad apprezzare la sua vita di vespa, le sue carni pallide e i suoi raffinatissimi gusti. Balzac le aveva reso omaggio. Boito seguitava a rendergliene. D'Annunzio dirà ch'essa "aveva rubato il segreto a Ninon de Lenclos". Insomma come iniziatrice all'amore, il giovane principe non poteva desiderarne una più fascinosa ed esperta. Lo fu al punto che, nonostante la differenza d'età, egli le rimase devoto – anche se non fedele – fino alla fine dei suoi giorni. (it) |