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Esso non deriva solo, come opinano alcuni dei medici; da un vizio del fegato; ma e il ventricolo e la milza, e i reni e le intestina tenui vi sono immischiate. Imperocché se il fegato sia attaccato da flemmone e da scirro, non è però sempre impedito nel suo officio di creare la bile, ne la cistifella in lui riposta lascia di segregarla e raccoglierla. Ma se i meati, che conducono questo umore al duodeno, sono obliterati per flemmone o per scirro, la bile trasuda ed è indietro respinta: si mescola allora col sangue, il quale irrigando lutto il corpo, e portandosi seco l'umore, lo diffonde per tutte le membra, e cosi ne viene quel coloramento in giallo, che caratterizza la malattia. Le materie fecali sono bianchicce simili all'argilla, perché mancano di essere irrorate e colorate dalla bile. (it) |