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La natura, le cose del nostro ambiente e uso, sono provvisorie, caduche; ma esse sono, finché noi siamo qui, nostro possesso e nostra amicizia, partecipi della nostra miseria e allegrezza, come sono già state le confidenti dei nostri antenati. Così si deve non solo non calunniare e avvilire tutto quanto qui esiste, ma appunto per la sua provvisorietà, che esso divide con noi, devono queste apparizioni e cose esser afferrate da noi in un'intimissima comprensione e trasformate. Trasformate? Sì, perché il nostro compito è di imprimerci questa precaria caduca terra così profondamente così dolorosamente e appassionatamente, che la sua essenza in noi risorga «invisibile». Noi siamo le api dell'Invisibile. (it) |