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Nei primi tempi, ogni volta che ponevo una domanda, una luce di divertito stupore si accendeva nei suoi occhi grigi che avevano un riflesso inesprimibile di spirito, di finezza e di bontà. Poi seguiva la risposta.
— È curioso vedere quanto spesso gli uomini non comprendano le cose più semplici.
— Io mi spiego questo fenomeno così — rispose il Maestro. — Hanno il loro recipiente pieno o è adagiato su un lato, oppure ha il fondo all'aria, di modo che è impossibile versarvi alcunché; in simili casi la cosa migliore è allontanarsi.
— Leone Nicolaevič, che cos'è la follia? — Posi la domanda a bruciapelo, senza nessuna introduzione. La piccola luce di stupore malizioso divenne più forte del solito.
— Io, io ce l'ho... la spiegazione... la mia... — Sottolineò «io ce l'ho» e «la mia», poi si fermò. Accompagnate dal piccolo fuoco aggressivo degli occhi scintillanti, le sue interiezioni erano piene di senso . Sottolineava «mia» e ciò significava: «Come sempre sono in opposizione con l'opinione generale, ma questo è il risultato della mia analisi.» seguì la risposta:
— È l'egoismo. La concentrazione dell'attenzione su se stessi e poi su un'idea qualsiasi. (it) |