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Alla Hammer mi volevano nel film, ma sarei costato loro troppo se avessi preso parte a tutto il lavoro, e allora, dissero, «costruiamo la storia e vediamo se riusciamo a mettercelo dentro». Quando ebbi la sceneggiatura nelle mani mi resi conto che non avevano molto bene in mente cosa avrei dovuto dire e io gli risposi che piuttosto che recitare frasi come «Io sono l'apocalisse» avrei preferito evitare di dire una sola parola e giocare tutto sui gesti. Il problema della Hammer è che il film veniva prima degli interpreti che venivano fatti calzare a forza. Una volta chiesi: «Perché non usare il libro di Stoker, nessuno lo ha mai fatto». Non mi risposero e mi arrabbiai. «È giusto il momento di finirla – replicai – mi state sfruttando. Vendete questi film solo perché ci sono io che faccio il vampiro. Sto diventando stereotipato e questo rende sempre più difficile trovare nuovi lavori perché i produttori non sanno che io so fare molte altre cose. (it) |