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Dean era sempre quello raffinato, il fico, quello più in alto di grado. Io ero lo sfigato, l'irriducibile bambino di nove anni insicuro ma pericolosamente disinibito. Quello che faceva lui, quando cantava e recitava, avrebbe funzionato anche senza di me, se si fosse sentito sicuro di sé. Ma quello che facevo io non avrebbe mai funzionato senza di lui. Perché tutto quello che facevo io lo facevo per Dean. Ogni mia mossa era motivata dal suo "Ah, ah". Nessuno capiva il potere del suo "Ah, ah". Faceva fermare anche i gatti randagi. (it) |