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Non a te appartengo, sebbene nel cavo | della tua mano ora riposi, viandante; | né alla sabbia da cui mi raccogliesti | e dove giacqui lungamente, prima | che al tuo sguardo si offrisse la mia forma mirabile. | Io compagna d'agili pesci e d'alghe | ebbi vita dal grembo delle libere onde. | E non odio né oblio ma l'amara tempesta me ne divise. | Perciò si duole in me l'antica patria e rimormora | assiduamente e ne sospira la mia anima marina, | mentre tu reggi il mio segreto sulla tua palma | e stupito vi pieghi il tuo orecchio straniero. (it) |