so:text
|
Ho vissuto davvero in quei campi di lavoro. Dovevamo costruire una strada ferrata per conto dei khmer rossi. Un inferno. Fui arrestato mentre cercavo di fuggire con la mia fidanzata verso la Thailandia. Ancora non si parlava dei "killing fields", dei "campi della morte", ma ai lati delle strade si vedevano già gruppi di cadaveri mal sepolti. Posso capire perché Dith Pran non ha voluto interpretare se stesso nel film. Io stesso ho avuto momenti di smarrimento. Mi sembrava ingiusto, ridicolo fingere le cose che io avevo vissuto davvero, sulla mia pelle. Le torture con il sacchetto di plastica legato attorno alla testa, il "lavaggio del cervello", la fame e gli stenti , il terrore di lasciarti sfuggire una qualsiasi parola in francese. Adesso tutti mi chiedono se ho nostalgia del mio lavoro e del mio paese. Certo che ho nostalgia, ma non posso lamentarmi. (it) |