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C'è una cosa che ho capito, la so già, da sempre, ma a volte, come tutti, me la dimentico, e invece mi serve ricordarla, tenerla a mente di continuo; ed è una cosa che ha un potere magico, viene da lontano e ce ne dà conto lo scrittore e filosofo greco antico Plutarco, raccontando delle offerte fatte al dio fanciullo Arpocrate. Era una formula rituale che recitava, e recita, così: Glossa Tukè, Glossa Daimon: la lingua è fortuna o destino, la lingua è divinità o demone.
Bisogna stare attenti alle parole che si usano, con gli altri e anche con noi stessi, perché la lingua costruisce il nostro mondo, interiore ed esteriore, e quello degli altri intorno a noi, a cascata. È faticoso, moltissimo, ma ripaga. (it) |