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Ma nell'istante della concentrazione | d'un'anima novissima e terribile, | come un tuono maligno la ragione | creativa l'assale per ucciderla. | E dentro una mia gabbia fredda e forte | il buono e lieve uccello chiudo solo, | venuto a liberarmi dalla morte, | l'anima mia a salvare col suo volo. | Sembra la gabbia ruvida d'acciaio | d'oro in mezzo al crepuscolo serale; | ora l'uccello già libero e gaio | scuote l'anello e canta al davanzale. | Le ali ha tarpate, e canta canti altrui. | Forse quei canti ad altri dànno gioia. | Io sono stanco come sempre fui, | e il nuovo attendo dentro la mia noia. (it) |