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Affida il domani, affida l'amore ad altri cuori, | a nuovi cervelli. I tuoi reni | sono divenuti l'officina della morte, | e lo strepito degli attrezzi ti si ripercuote nel capo. || Non badare al domani, affidalo alle | leggi rotonde del mondo. Portano a tempo | il vento di quaresima, la primavera. | Inondazioni e pianto di rovesci || o muto disgelo e germogli di rami | annunziano la primavera. Non passeggerai più per la strada, | col tuo primo amore, la notte di maggio, | discutendo della rivoluzione || in due, sino all'alba, non toccherai più | i suoi capelli inanellati né vedrai | illuminarsi i suoi occhi neri fondi, non vedrai più | nella notte brillare le sue braccia nude. || Ormai ti avvolge in nebbie sempre più dense | ogni alba: mesci, dunque, non sei tu che bevi: | guarda, sorseggiano di tanto in tanto | dal tuo bicchiere di cognac, le ombre. (it) |