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Ed eccola, l'estate: | avvampa fichi d'India | il sole e viola stanze | protette da vane persiane. || Abbondano caraffe d'acqua | e nell'odorosa penombra limoni | curiosi come occhi forestieri | offrono il loro giallo guardare. || Frutti con spacchi che mostrano polpa | traboccano da panieri di canne | e sono come vergogne | coperti da foglie di fico. || C'è qualcosa di cortese | oggi nei suoni e nelle pose | incedere è l'andare | ma oscuro è il conversare. || E allora fermo le parole | pronte a salpare per l'immenso: | fatevi capire - le supplico – | aspettate, aspettatemi un momento. (it) |