Mention83532

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so:text Negli anni Venti, un geografo positivista, camminò per le vallate chiedendo alla gente se si considerasse serba, bulgara, greca, albanese. Nella maggior parte dei casi ricevette la risposta: siamo macedoni. Qualche vecchio prete dalla barba bianca, in uno degli innumerevoli monasteri, avrà nostalgie bulgare. Un giovane di Skopje, specie se di ceppo slavo, non avrà difficoltà a definirsi macedone. Che l'invenzione comunista di creare una nazione separata, dove prima esistevano soltanto serbi e bulgari, non sia artificiale è dimostrato da un caso analogo sui confini con la Russia. Per sottrarre la Bessarabia ai romeni, Stalin inventò una repubblica moldava. Promosse, come fece Tito con la Macedonia, il dialetto locale a lingua scritta, esaltò la diversità fra Bucarest e Kišinev diventata capitale. La differenza sta in questo: scomparsa l'Urss naturalmente si ricompongono i legami con Bucarest e l'unificazione è solo una questione di tempo. Scomparsa la Jugoslavia nessuno in Macedonia sogna un futuro bulgaro. (it)
so:isPartOf https://it.wikiquote.org/wiki/Demetrio_Volcic
so:description Sarajevo. Quando la storia uccide (it)
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