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Purtroppo, le istituzioni statali, sociali, religiose, spingono l'individuo non a farsi delle convinzioni personali, ma ad adottare quelle tenute in serbo per lui. La gente desidera, invece, che noi preti siamo cercatori della Verità, umili accompagnatori degli altri nel cammino di fede. Non possiamo predicare il Mistero e poi riempirlo di formule catechistiche. A noi preti, Cristo chiede di non confondere il dogma con il dogmatismo, l'assolutezza del Vangelo con le sue interpretazioni storiche. Dopo il Concilio Vaticano II, nessuno, prete o laico, dovrebbe essere chiamato a dire soltanto «Amen».
Ognuno ha la sua strada per arrivare a Dio. Il Dio della mia fede è un «Dio smemorato». Esperimento di continuo, quando confesso in chiesa o in carcere, che è Lui per primo a dimenticare anche i peccati più gravi. A chi mi dice: «Dio si è dimenticato di me», rispondo: «Dio si è dimenticato anche dei tuoi peccati, se li hai confessati. E questo è già un motivo per credere che Lui, nonostante tutto, ha cura di te. (it) |