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Se tra quegli oggetti comunemente odiati uno ne esiste di cui io possa tranquillamente affermare che lo guardo con disprezzo e con scherno, questo è quel gran nemico della ragione, della virtù e della religione, che è la moltitudine; quel mostro numeroso, che preso nelle sue singole parti sembra composto d'uomini, di creature di Dio dotate della ragione, ma confuso insieme forma un'unica grossa bestia, e una mostruosità più prodigiosa dell'Idra; non è mancanza di carità chiamare stolti costoro, tale è l'appellativo che ricevono da tutti gli scrittori sacri, inserito da Salomone nella Scrittura canonica, ed è un punto di fede per noi pensarla così. E nel nome della moltitudine non includo solo la gente di qualità bassa e inferiore: vi è una plebaglia perfino tra la gente ben nata, una specie di menti plebee, la cui fantasia si muove con l'identica ruota; uomini proprio al livello stesso dei lavoratori manuali, sebbene la loro fortuna in un certo modo indori le loro infermità, e la loro borsa compensi la loro balordaggine. (it) |