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Il Soratte, il monte Circeo, il monte Cavo nei colli Albani, sono tutti vulcani spenti. Come scrisse un antico viaggiatore del Lazio "Noi qui camminiamo sempre sui resti di un fuoco remoto, nella polvere dei secoli che hanno preceduto la comparsa dell’essere umano nella storia". Questo fuoco cosmico spento ormai da un pezzo e questa polvere dei secoli primordiali hanno conferito alla terra del Lazio le sue forme maestose e solenni. Da esse si leva una profondissima quiete e il riscatto da tutto ciò che comporta una vita meschina e affrettata. Forse quella pace e quel riscatto che inconsciamente cerca chiunque più tardi rammenterà esaltandosi le rovine di Ostia, le necropoli di Corneto e i monasteri di Subiaco. (it) |