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Noi diciamo Dio esser principio, mezzo e fine. Imperrocché per il principio intendiamo le cose da lui procedere; per il mezzo a lui convertirsi; per il fine esser da lui donate dell'ultima sua perfezione: la quale consiste nella vera unione seco. Questo significarono gli antichi Pitagorici, quando dissero la Trinità esser misura di tutte le cose. Questo significò ancora Orfeo quando disse Giove esser Principio, mezzo e fine, e però in questo modo Iddio è splendore agli illuminati, perfezione ai perfetti, ai Deificati divinità, a' semplici semplicità, unità a quelli che partecipano dell'uno, vita de' viventi, di quelle cose che sono; di tutta l'essenzia, di tutta la vita, principio e causa. E però ogni cosa creata, o vuoi eterna, o vuoi mortale, o vuoi razionale, o vuoi angelica, può esclamare insieme col Profeta: Signore, lo splendore della faccia tua è segnato sopra noi. (it) |