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il comico del secolo XVII è anche un poeta ascetico, che dopo aver calcato le scene, dopo aver rappresentato qualche commedia improvvisa su chi sa quale argomento, si ritraeva a meditare ed a scrivere di cose religiose. Non diremo che ne scrivesse bene; non diremo che il sentimento celeste si vestisse in lui di forme eleganti. Oh tutt'altro! Ma, se non lo scrittore, è l'uomo che merita attenzione, tanto più quanto sembrano e dovevano essere, generalmente, lontane queste due professioni di commediante e di santo. (it) |