Mention852674

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so:text li vedevo proclamare il loro disprezzo per l'ispirazione, per la scelta del soggetto, per l'intento morale, disposti a venerare solo la cura della forma, del ritmo, del vocabolo, creando, in breve, la religione dell'attività propriamente letteraria, della «letteratura». Sì voi ritrovate in questi giardini d'Oriente il medesimo fervore che profuma i vostri salotti. Vi ritrovate anche la religione dell'ermetismo, la venerazione per l'autore che solo pochi comprendono. Permettetemi di farvi conoscere Licofrone, che il suo secolo soprannominò l'oscuro. Licofrone si presenta nettamente come un autore oscuro e, grazie a lui, possiamo sapere una volta per sempre come questo genere di scrittori intendesse il compito del lettore. Egli proclama all'inizio della sua Cassandra: «Sentirete, principe, ciò che ho custodito nella mia memoria; usando la vostra sagacia, dovrete seguire la traccia dei miei enigmi e scoprire per quale via un sapiente cammino conduce alla verità che è nell'ombra. Per conto mio, avendo preso le mosse nello stadio, entro nella lizza dei discorsi oscuri, slanciandomi verso la prima mèta come un agile corsiero». È esattamente la frase di Mallarmé a Edmond de Goncourt «Un poema è un mistero di cui il lettore deve cercare la chiave». La sua arte si è perpetuata a Roma. Anche Ovidio, Tibullo, Properzio fanno ricorso all'enigma. Si parla persino di un maestro di retorica, loro contemporaneo, che insegnava ai giovani a «gettare dell'ombra», come dirà Mallarmé, su tutto ciò che scrivevano e, a guisa di ritornello, usava ripetere loro in greco: «Oscurate. (it)
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so:description Citazioni di Julien Benda (it)
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