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Forse si troverà sorprendente che io dica con tanta ostinazione "i miei" quando parlo dei surrealisti. Si sa bene che cosa ci ha separato: la violenza, le ingiustizie, gli attacchi. Sì! Non da parte mia, avete osservato? Non una sola volta da trent'anni in qua. Credete che sia un caso? André Bréton, in queste ore tragiche, quando ci fu la rottura fra di noi perché io ero diventato comunista, perché volevo restare fedele alla parola data, mi disse con amarezza provocatoria: "E se ti fosse posto il problema, saresti in grado di difendere Rimbaud, Lautréamont davanti al partito?" A quel tempo, a quanto sembra, la cosa aveva l'evidenza dell'impossibilità... Ma dopo trent'anni si può vedere, e non soltanto per Rimbaud, Lautréamont, che nel mio partito ciò è diventato facile ; ho sempre difeso il cielo della mia giovinezza... Arrivo a dirlo oggi, quando il surrealismo, da parte sua, si è "inserito nell'ordine" come ogni altra cosa, è diventato moda, è entrato nelle antologie, che finora non si è resa giustizia a André Bréton, né alla sua poesia né alla sua prosa che ha scritto... (it) |