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Fece il diavolo a quattro quando le dissi che volevo fare seriamente la cantante. Alla fine si arrese: se proprio vuoi farlo cerca di circondarti di gente come si deve, questo mondo è pieno di sciacalli. Aveva patito le pene dell'inferno con papà. Quando s'incontrarono lui non era ancora veramente la vita non era facile per un cantante di colore, soprattutto se - come Nat King Cole - non era confinato nella cosiddetta race music che piaceva solo ai neri; la metà dell'audience di mio padre era bianca. Io stessa ho dovuto affrontare pregiudizi razziali all'inizio della carriera, immagini come doveva essere trent'anni prima. A volte, durante le tournée nel Sud, la mamma dovevano dormire in perché non c'erano alberghi disposti ad accoglierli. Non era politicamente impegnato ma comunque molto intransigente. Non permetteva a nessuno di interferire sul suo repertorio e andava su tutte le furie quando obiettavano che le canzoni che sceglieva erano troppo "bianche". Memore di queste difficoltà, mia madre prese in mano la situazione e mi affidò a un'agenzia di spettacolo di cui si fidava ciecamente. Ma i problemi razziali ancora c'erano; anche negli anni Settanta mi è capitato di essere allontanata da qualche ristorante perché ero nera. Praticamente l'altro ieri. (it) |