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Riconosco la piazza con la chiesa cattolica, innalzata negli anni Settanta. Alla costruzione avevano contribuito anche i musulmani, chi poteva con i soldi, i più poveri con la mano d'opera. Era un'usanza, tra buoni vicini, aiutarsi a vicenda. Quando i musulmani avevano ristrutturato l'antica moschea, anche i croati avevano contribuito economicamente. Tutta acqua passata. I nuovi condottieri volevano che si capisse subito chi era il padrone. Nel centro è stata eretta una croce che supera in altezza tutte le case intorno. Durante e subito dopo la guerra avevano cambiato anche il nome della città. L'avevano chiamata Rama, dall'omonimo luogo nelle vicinanze dove ci sono i resti di antiche chiese romane, e dove oggi sorge un complesso con l'abbazia. Ai musulmani, quelli rimasti a Prozor dopo la guerra, basta e avanza la moschea antica, oggi trascurata e in stato miserabile. Invece di restaurarla però ne stanno costruendo una nuova. "Per dispetto", mi dice un musulmano sul posto. (it) |