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È interessante notare che, come altri autori della cosiddetta epoca d’ora della fantascienza, quella dominata da John W. Campbell, direttore della mitica Astounding Stories, Hubbard era molto influenzato dal pensiero di un filosofo polacco naturalizzato statunitense, Alfred Korzybski, ideatore della semantica generale: per lui le parole non sono le cose che descrivono, almeno non più di quanto una mappa non è il territorio che rappresenta. Questa separazione del linguaggio dalle cose nominate, unita all’impossibilità umana di fare tuttavia a meno delle parole, sarebbe – secondo Korzybski – la vera fonte dei disturbi psichici e anche di altri problemi e malattie, incluse le carie dentali, che andrebbero perciò curate con un adeguato training semantico. Tracce di questa audace teoria riafforano in Dianetics, conosciuto tra gli scientologi come il Libro Uno o anche la summa di «cinquantamila anni di pensatori» qualora si preferisca l’immodesta definizione del suo autore. Più concretamente, è un manuale di autoaiuto, il cui metodo dovrebbe produrre «quel tipo di stabilità e sanità mentale che gli uomini sognano da secoli». Malgrado il metodo sembrasse rivendicare una qualche scientificità, Hubbard concesse all’amico Campbell lo scoop di una anticipazione sulla sua rivista, dunque in mezzo a storie di navi spaziali, scienziati pazzi e donnine insidiate da mostri extraterrestri. Il che ha indubbiamente una sua coerenza, sebbene assurda, considerato che secondo la chiesa che ebbe origine da quel libro tutto sarebbe iniziato nella Conferedazione Galattica settantacinque milioni di anni or sono, quando un desposta di nome Xenu spedì sulla Terra i thetan. (it) |