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Li ho scelti a caso, dal fascio delle lettere, come da un gioco di carte. Un mazzo di fiori, raccolti dall'erbario, senza farne una scelta precisa. Sembrano tuttavia schiudersi nel ricordo, come i fiori del tè, nell'Estremo Oriente. Il meglio si trova in un altro foglio, quello che non porta traccia di penna, sull'altra facciata che non può essere descritta: Henry era un genio dell'amicizia. Da lì sorgeva quella ricchezza che dispensava. Come un navigante, che si apparecchia al grande viaggio, lasciò tre o quattro fogli in inglese: A vele spegate verso la morte. E questa aggiunta: «Il cuore parla al cuore, ma quel che dice si sottrae alla parola. (it) |