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La famosa «donazione di Costantino» non soltanto avrebbe concesso al Vescovo di Roma onorificenze e insegne imperatorie, ed attribuito privilegio di senato al clero romano, ma avrebbe dato Roma e Italia in proprietà al Pontefice. Infatti Costantino, dicevasi, come fu guarito della lebbra per virtù del battesimo amministratogli da Silvestro, compreso di reverenza verso il principe degli Apostoli, abbandonava Roma, e umilmente si riduceva in un angolo del Bosforo, e al successore di Pietro lasciava in dono la città capitale dell'universo e l'Italia. Questa fola, che per la prima volta era tratta in campo da un Papa nell'anno 777, fu invenzione di un prete romano, e fu coniata in un tempo nel quale crollava in Italia il reggimento greco, in cui il reame dei Longobardi ruinava per dissensioni interne e per l'urto potente dei Franchi, in un tempo in cui il Papa poteva concepire l'ardito disegno di dominare da vero padrone una gran parte d'Italia. (it) |