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Era un mito. In Gazzetta lo chiamavano il Divino. Era unico, il fascino fatto persona. Ricordo ancora il titolo, bellissimo, che fece Maurizio Mosca quando Raschi morì: "Addio Bruno, com'era bello leggerti e sentirti parlare". Centratissimo: perché affascinava quando scriveva così quando parlava. A cena, quando prendeva la parola lui, non si sentiva volare una mosca, era rispettato da tutti. La mia classifica personale, per il ciclismo, è questa: primo Raschi, secondo Brera, terzo Mura. Poi, Brera e Mura hanno scritto cose meravigliose di calcio e di tante altre cose. Ma nel ciclismo Bruno è stato il numero uno. (it) |